Il nuovo assegno divorzio

Il nuovo testo licenziato da Montecitorio con 386 voti favorevoli e 19 astensioni, e che dovrà ora passare al Senato, introduce due novità principali: l’assegno sarà slegato dal tenore di vita e potrà essere concesso anche per un periodo di tempo determinato, si introduce cioè il principio dell’ “assegno a tempo”.

Per la determinazione della somma conterà:  la situazione patrimoniale complessiva dei coniugi, la durata del matrimonio, l’età e la salute del richiedente, il contributo economico personale dato da ciascun coniuge alla formazione del matrimonio di ognuno o di quello comune. Sin qui nulla di nuovo. Conteranno inoltre il patrimonio e il reddito netto di entrambi, il fatto che uno dei coniugi abbia un reddito ridotto anche in considerazione di studi interrotti o non fatti perché si è dedicato ai doveri coniugali o alla cura dei figli comuni minori, disabili o comunque non economicamente indipendenti. L’assegno non sarà più dovuto in caso di nuovo matrimonio, di convivenza o di unione civile e il giudice potrà determinare la durata, valutando ad esempio una ridotta capacità di sostentarsi dovuta a ragioni contingenti o superabili.

Per la prima volta viene espresso più chiaramente il principio dell’importanza del lavoro di cura della casa e dei figli, svolto dalla donna, ma slegato dal tenore di vita. Cosicchè, in caso di divorzio, la moglie potrebbe avere un assegno minimo, nonostante il marito abbia un elevato reddito, anche a causa del lavoro svolto domestico dalla moglie, per consentire al marito di far carriera.

Altre sentenze della Cassazione, successivamente alla nota sentenza “Grilli”, avevano indicato sempre più chiaramente che la valutazione dell’assegno non potesse prescindere da ciò che i coniugi avevano fatto, insieme, nel corso dell’unione, sia dal punto di vista economico, sia nella cura della famiglia.

Quindi, a quanto pare, oggi viene introdotto un ulteriore handicap per noi donne.

E poi, vorrei sapere, a quali e con quali criteri i Giudici potrebbero ancorare la determinazione di un assegno di divorzio a termine?

Avv. Simona Napolitani

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