Il tratto saliente di questa causa riguarda i numerosi tradimenti di Michele, scoperti per caso da Elena. Le sofferenze patite dalla moglie, la inducono a chiedere la separazione con addebito e l’assegnazione della casa coniugale. Resiste il marito affermando che Elena ha sempre accettato i suoi tradimenti.
La pronuncia di addebito può avvenire solo se sia accertata la sussi-stenza della violazione dei doveri coniugali (come quello di fedeltà e gli altri indicati dall’art. 143 c.c.) e venga dimostrato che la crisi sia nata proprio a causa di tale violazione (ad esempio, il rapporto è naufragato per via del tradimento). Deve essere, pertanto provata la sussistenza di un nesso di causalità tra tale comportamento e la rottura del rapporto matrimoniale.
Quanto alla richiesta di assegnazione della casa coniugale, occorre rilevare che la giurisprudenza è ormai granitica nell’affermare che in assenza di figli il giudice non può disporre l’assegnazione dell’abitazione, nemmeno quando il coniuge più debole sia privo di una casa mentre l’altro sia proprietario anche di un solo immobile. In sintesi, l’immobile segue la vita dei figli.
Avv. Simona Napolitani