IL DISEGNO LEGGE PILLON VA RITIRATO

L’altro ieri c’è stato al Senato un incontro con il senatore Pillon, con la senatrice Valente ed il senatore Malan.

Nulla di quanto è stato detto può essere oggetto di discussione, la linea conservatrice, medievale e di tutela di una piccola parte di padri separati, racchiusa in ogni riga del DDL Pillon, va messa in cantina.

Nell’Italia centro meridionale lavora una donna su tre, le madre sono dedicate interamente alla crescita dei figli e alla cura della casa, lo Stato sociale non esiste. A fronte di questa drammatica situazione, il senatore ritiene assolutamente normale che i figli non vengano collocati presso il genitore prevalente, ma si alternino al 50% del tempo, che la madre non abbia un assegno di mantenimento da destinare ai figli, che la casa coniugale di proprietà del marito – qualora rimanga nella disponibilità della donna convivente con la prole – sia oggetto di un contratto di affitto, con pagamento del canone a carico della donna, da determinare  al prezzo di mercato. Donna spesso disoccupata, o con modesto reddito, spesso in nero.

Ebbene, ignoriamo la società civile, calpestiamo i diritti della persona e soprattutto dei bambini.

E che dire dell’asserita SINDROME DI ALIENAZIONE PARENTALE, definizione che – come detto e scritto tante volte – non solo non esiste da un punto di vista clinico, ma che non può assolutamente essere una fattispecie oggetto di legge.

E’ chiaramente un affronto alle donne. Purtroppo i bambini quando non vogliono vedere i padri è solo perché hanno  interiorizzato una figura paterna, vissuta quando la famiglia era unita, che ha creato in loro timore, paura e desiderio di non vedere il padre.

Invece di tutelare i minori, questa legge attacca i genitori( rectius: le madri).

Solo chi non sa o fa finta di non sapere, può affermare che uno schema coatto, come previsto dal senatore Pillon, possa essere applicato, sempre e comunque, alle famiglie, a prescindere dalle loro possibilità, a prescindere dai minori e dai loro bisogni.

E che vogliamo dire della Mediazione familiare obbligatoria?

E che vogliamo dire della Coordinazione parentale?

E che vogliamo dire del piano genitoriale?

Viene negato l’accesso alla giustizia.

E ci sarebbe ancora tanto da discutere, ma una cosa è certa: CHIEDIAMO CHE IL SENATORE PILLON RITIRI IMMEDIATAMENTE QUESTO DISEGNO DI LEGGE.

 

AVV. SIMONA NAPOLITANI

Responsabile settore diritto di famiglia dell’Associazione Differenza Donna

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