Sempre sulla genitorialità

I genitori conservano la responsabilità genitoriale anche se hanno avuto periodi di litigi furiosi nei quali sono arrivati spesso alle mani.

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha accolto il ricorso di una coppia che, in violazione a quanto disposto dai servizi sociali e ai programmi di recupero, era fuggita all’estero per la paura di vedersi sottrarre la bambina.

Nella parte motiva della sentenza si legge, tra l’altro che “se non vi è un concreto pregiudizio l’autorità giudiziaria non può intervenire, atteso che i provvedimenti modificativi ed ablativi della responsabilità genitoriale sono preordinati all’esigenza prioritaria della tutela degli interessi dei figli» e, ancora, che «il giudice di merito nel pronunciarsi in ordine alla decadenza dalla responsabilità genitoriale deve esprimere una prognosi sull’effettiva ed attuale possibilità di recupero, attraverso un percorso di crescita e sviluppo, delle capacità e competenze genitoriali, con riferimento alla elaborazione, da parte dei genitori, di un progetto, anche futuro, di assunzione diretta della responsabilità genitoriale, caratterizzata da cura, accudimento, coabitazione con il minore, anche se con l’aiuto di parenti o di terzi e avvalendosi dell’intervento dei servizi territoriali».

Ciò perché «la decadenza dalla responsabilità genitoriale costituisce una misura estrema che recide ineluttabilmente ogni rapporto, giuridico, morale ed affettivo, con il figlio”.

Occorre valutare, per i Giudici di legittimità, il concreto pregiudizio che può essere arrecato al minore dalle dinamiche familiari e di coppia, pertanto, il punto di rottura tra revoca e conservazione della responsabilità genitoriale si fonda sull’effettivo danno che può scaturire ai figli dal compromesso clima familiare.

Insomma, ai fini della pronuncia di decadenza non basta che il genitore abbia violato e trascurato i doveri inerenti al proprio ruolo, ma occorre anche che da ciò sia conseguito un grave pregiudizio per il figlio, che,  certamente, non può ritenersi implicito in ogni accertata violazione dei doveri genitoriali.

Un minore per crescere ha bisogno di un clima amorevole e stabile, che gli dia tutti gli strumenti per poter crescere in maniera sicura e sana. I genitori devono essere in grado di trasmettere linfa vitale ai loro figli per consentirgli di crearsi una struttura solida e di non farli mai sentire soli.

Certamente, un bambino che assiste senza difese alle continue liti e talora anche a violenze fisiche tra i genitori, deve essere messo al centro dell’affetto e dell’amore e non certo al centro dell’egoismo e dell’incapacità di essere padre e madre.

Mi permetto di esprimere qualche perplessità sulla decisione della Suprema Corte: certamente la misura della decadenza deve essere l’ultima scelta, ma solo dopo un’attenta ed approfondita indagine delle personalità dei genitori e dei loro figli, indagine che, con i sistemi che abbiamo a disposizione non sempre è facile e corretta: due genitori che scappano all’estero per paura delle decisioni delle Autorità Giudiziarie, sono affidabili?

Occorre dare molto spazio, e seriamente, alla verifica delle dinamiche familiari.

avv. Simona Napolitani

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