Le parole maternità e lavoro da sempre costituiscono un ossimoro che rende difficile alla donne partecipare e farsi strada nella vita professionale, politica, forse anche nelle relazioni sociali.
Tutti abbiamo letto o sentito il triste dibattito che questi giorni occupa gli spazi dei nostri media proprio a proposito del tema maternità e lavoro.
Si affianca alla questione Meloni, la questione Bedori, due donne diverse, due storie che nascono da differenti percorsi, due volti che ci rappresentano in questi giorni il livello culturale e politico della nostra Italia.
Due donne, due professioni di livello, ma le stesse discriminazioni nel lavoro.
Mi preme anzitutto condurre una breve analisi su quello che c’è dietro queste considerazioni: la mancanza di politiche sociali, un’estrema solitudine delle donne e una cultura retrograda, poca cultura del diritto del lavoro, rispetto alla quale si lanciano anatemi, ma nessuno si adopera realmente per cambiarla.
E’ una banalità dire che una gravidanza e una nascita di un figlio costituiscano ancora discriminazione delle donne nel lavoro e anche nella vita familiare. Non è un caso che molte crisi coniugali si affacciano nella vita familiare proprio dopo la nascita di un figlio. Ci siamo mai chiesti perchè? Molte coppie si separano proprio dopo essere divenuti genitori.
La crisi della coppia viene in essere quando la donna non può più prestare le dovute attenzioni al marito, il quale si sente posposto al figlio nato. Di qui gelosie e modifiche degli equilibri familiari, che spesso saltano perchè non si è all’altezza della situazione. La donna non ha più tempo per dedicarsi al marito e alla cura di se stessa, da qui molte crisi coniugali e i dubbi su come vada gestito il rapporto maternità e lavoro.
Il sostegno alla donna nel modno del lavoro in Italia
Non credo che il noioso e sterile dibattito di questi giorni arricchisca la nostra vita o contribuisca ad evitare, per il futuro, commenti come quello di Bertolaso, ma purtroppo nessun politico ha detto: bene, le donne sono in difficoltà, creiamo asili nido, diamo un vero sostegno ed una vera tutela alle madri lavoratrici quale parte di popolazione che è oberata e onorata di un compito così bello, così difficile che segna la vita di tutte le madri.
In Francia paese a noi vicino geograficamente ma distante anni luce quanto a civiltà, lo Stato interviene economicamente a supportare la donna ad affrontare maternità e lavoro. Quando una donna partorisce accollandosi una parte sostanziale dello stipendio della baby sitter. Nessun Governo Italiano ha fatto fronte alla necessità di strutture che possano supportare le donne con figli appena nati. Nessun Governo ha capito che questo aspetto della vita delle famiglie è di fondamentale importanza per la vita e la civiltà della nostra Nazione.
Veniamo alla Bedori, anche in questo caso il dibattito non brilla per eleganza e per spessore culturale: brutta, grassa, casalinga. I valori della nostra società sono quelli della bellezza, della ricchezza, del potere. Perchè nelle scuole non si insegna alle future generazioni che nella vita hanno importanza la solidarietà, il rispetto, l’amore e la fratellanza?
La cultura della donna e il lavoro nella scuola
Qualche giorno fa sono stata in una scuola della periferia romana, mi avevano chiesto un intervento sul diritto di famiglia, sulla violenza domestica, per ragazze e per ragazzi, tutti liceali, intorno ai 15, 16 anni. Ho chiesto loro se sapevano dirmi quali fossero i diritti della persona, quei diritti personalissimi, indicati dalla nostra Costituzione. Ho chiesto loro se sapevano indicarmi cosa si intende per violenza domestica.
Nessuno ha risposto, ho solo sentito qualche mezza parola, che si è poi spenta sulle labbra di una o due studentesse. Li guardavo e mi domandavo come fossero le loro famiglie, quale realtà conoscessero, quale il loro quotidiano, quali i loro sentimenti, quali le loro relazioni familiari. Mi domandavo se conoscessero amore, solidarietà, fratellanza.
E’ naturale che questi ragazzi, una volta cresciuti osservino e giudichino sull’apparenza, sulla bruttezza di una donna, piuttosto che sul diritto di avere gli stessi diritti in famiglia, diritti del lavoro, nelle relazioni sociali, insomma nella vita.
La scuola come insegnamento dei valori fondamentali, partendo da qui si possono formare generazioni sane che conoscono il rispetto e la solidarietà.
Se vuoi approfondire il tema “paternità, maternità e lavoro” puoi visitare il sito dell’INPS a questo indirizzo: www.inps.it/portale/default.aspx?itemdir=5804 o il sito della Gazzetta Ufficiale DECRETO LEGISLATIVO 15 giugno 2015, n. 80, a questo indirizzo www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2015/06/24/15G00094/sg