Si al vaccino

La mamma  vuole vaccinare la figlia 16enne, il padre no, la controversia viene risolta dal Tribunale di Lagonegro, con il provvedimento del 7 gennaio u.s.: il vaccino va fatto quando ha una base legale e uno scopo legittimo e serve ad una società democratica.

Il patto di solidarietà fra individuo e comunità previsto dalla Costituzione non opera soltanto dalla seconda verso il primo, ma anche in senso inverso. Il provvedimento del Tribunale di Lagonegro cita una recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’uomo, paladina delle libertà individuali.

Il Giudice ha nominato un curatore speciale, visto il conflitto di  interessi fra genitori, quest’ultimo ha ascoltato la ragazza, la quale ha espresso parere favorevole, tenuto in debita considerazione, sulla base di quanto indicato dalla Convenzione ONU sui diritti del fanciullo.

Nessun dubbio che nel rapporto costi-benefici la bilancia penda dalla parte dei secondi nell’immunizzazione anti Sars-Cov-2: lo conferma il studio dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, realizzato a valle della campagna vaccinale.

Obbligatorietà possibile

Pesa anche il patto di solidarietà che lega individuo e comunità di cui all’articolo 2 della Costituzione che la Consulta ha ricordato nella sentenza 118/20. Chi si vaccina, osserva il giudice, contribuisce a proteggere gli strati più deboli della popolazione, specie coloro che non possono farsi somministrare le dosi, e a sgravare il sistema sanitario nazionale, migliorando di riflesso le prestazioni. E quando i vaccini sono accettati dall’intera comunità scientifica, spiega la Corte di Strasburgo, si può scegliere di renderli obbligatori.

(Fonte Cassazione.net)

Lascia un commento

X