Infedeltà apparente

La continua evoluzione e complessità di nostri sistemi di vita, comporta anche innovazione sul piano giuridico, in riferimento all’interpretazione dei comportamenti dei coniugi, all luce dei sistemi telematici.

Il caso esaminato dalla Suprema Corte, riguarda una donna che abbandona il tetto coniugale e, dopo poco, il marito chiede la separazione con addebito alla moglie, in ragione della violazione dei doveri coniugali di assistenza materiale e di collaborazione nell’interesse della famiglia. In particolare il marito sostiene la irrilevanza delle sue ricerche di compagnie femminili su internet, perché, a suo avviso, il rapporto era in crisi da un periodo ben anteriore, a causa di una spiccata disaffezione coltivata dalla moglie nel confronti del marito.I Giudici del merito rigettano la domanda del marito, perchè la ricerca di esperienze su internet – legate all’altro sesso – è circostanza “oggettivamente idonea” a compromettere la fiducia tra i coniugi ed a provocare l’insorgere della crisi coniugale, all’origine della separazione.

La causa arriva all’esame dei Giudici della Suprema Corte di Cassazione, ad avviso dei quali “l’infedeltà anche se consistita nella ricerca di relazioni extraconiugali tramite internet, è circostanza tale da risultare oggettivamente idonea a compromettere la fiducia che la moglie riponeva nella devozione fisica e psichica del marito.” Secondo i Giudici di legittimità, il principio appena richiamato non scaturisce dalle modalità di estrinsecazione della condotta, tali da arrecare nocumento all’onore e alla dignità della moglie, per il travalicamento dei limiti della riservatezza sociale, bensì come contegno “oggettivamente” frustrante della devozione e della fiducia che caratterizza il rapporto tra i coniugi, ancorchè consista in un tentativo.

Condivido l’interpretazione della Suprema Corte, che pone contenuti più rigorosi rispetto al comportamento che i coniugi devono assumere l’uno nei confronti dell’altro. Siamo certamente in un momento di decadimento di molti valori sociali e culturali e, fra questi, vi è senz’altro il ruolo della famiglia.

L’Autorità Giudiziaria crea cultura, insegna – tramite le sentenze – cosa è legittimo e cosa non lo è. Ed infatti, la causa in esame pone un primo importante interrogativo: può costituire causa di addebito della separazione il solo tentativo di adulterio?

La giurisprudenza considera l’obbligo di fedeltà non solo come impegno ricadente su ciascun coniuge, di non tradire il rapporto di dedizione fisica e spirituale fra i coniugi, ma anche come impegno di non tradire la fiducia reciproca.

In un clima di maggiore attenzione ai valori tradizionali della famiglia che tengono alta anche la morale che i figli apprendono dai loro genitori, la fedeltà viene oggi avvicinata al più dinamico dovere di “lealtà” e “devozione” dei coniugi, nonché di “sacrificio” delle proprie personali scelte ed ambizioni in favore di quelle imposte dal legame di coppia e dal sodalizio che su di esso si fonda, anche e soprattutto per il benessere dei figli, che – se messi al mondo – devono essere rispettati e cresciuti in un clima di lealtà e di reciproca fiducia.

Avv. Simona Napolitani

 

 

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