Separazioni, divorzi, insomma famiglie disciolte. Famiglie regolate non più dai sentimenti e da una condivisa quotidianità, ma da un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria.
In caso di separazioni il Giudice, con opportuno intervento, ha deciso con quale genitore vivono i figli o a chi va assegnata la casa coniugale. Ha deciso qual è la misura dell‘assegno che il genitore non convivente deve versare per il mantenimento dei figli ed eventualmente dell’ex partner rimasto a casa con la prole.
Questo, a grandi linee, il quadro che si configura a seguito dell’intervento del Tribunale. A questo infatti è stata delegata dai coniugi o la decisione sulla riorganizzazione delle relazioni familiari, a seguito dell’intervenuta crisi familiare, o la omologazione di accordi adottati consensualmente dai genitori.
Cosa avviene se dopo le separazioni un coniuge è inadempiente?
Purtroppo, anche a seguito di separazioni adottate congiuntamente, e quindi sulla base di posizioni condivise, accade che uno dei partner non adempia agli impegni economici assunti o imposti dal Giudice. E allora che fare? Purtroppo, anche in questo caso, la giustizia in Italia non garantisce un risultato facile, veloce e soddisfacente.
Poniamo il caso che a non pagare il mantenimento sia il genitore che, uscito da casa, debba versare un assegno mensile per il mantenimento dei figli. Cosa può fare il partner che dovrebbe beneficiare della somma?
Occorre fare una fondamentale distinzione. Si può verificare se il genitore inadempiente percepisca uno stipendio, garantito da una busta paga, o lavori in nero, o sia un libero professionista.
Nel primo caso, si può ottenere dal Tribunale, sempre con meccanismi lunghi e farraginosi, un ordine, a carico del datore di lavoro, di pagare direttamente la somma al genitore beneficiario.
Più complessa la situazione nelle altre due ipotesi. In mancanza di una busta paga, il partner creditore può solo pignorare un eventuale conto corrente, qualora ne conoscesse gli estremi. Oppure potrebbe procedere a pignoramenti mobiliari di investimenti, beni mobili o altro. Si comprende, ovviamente, la difficoltà del recupero delle somme non versate o di quelle a venire.
Cosa fare per risolvere il problema dopo le separazioni?
Resta sempre salva la possibilità di denunciare penalmente ogni mese il partner inadempiente all’Autorità Penale. Ma anche la denuncia, sebbene sporta ogni mese, lascia il tempo che trova. Inoltre, non garantisce al creditore il ristoro delle somme non versate.
Si comprende, ancor più, la difficoltà della situazione. Il mantenimento non corrisposto dovrebbe servire per la crescita dei figli, cioè quasi sempre per il soddisfo di beni primari.
La percentuale di genitori inadempienti è altissima.
Personalmente ho sempre pensato che il Governo dovrebbe intervenire seriamente in questa situazione. Essa costituisce una grave piaga relativa alle famiglie disciolte, con misure severe ed efficienti.
Cosa prevede il Codice Penale francese in relazione alle separazioni?
In proposito, ho letto con piacere che il Codice Penale del sistema francese agisce diversamente. Punisce severamente il debitore che non ottemperi ad una decisione giudiziaria o ad una convenzione omologata dal giudice che gli imponga di versare somme in adempimento di obbligazioni di carattere familiare. Il coniuge subisce infatti la detenzione sino a due anni e con un ammenda sino a 15.000,00 euro.
In Italia è prevista la reclusione sino ad un anno (mai applicata) e la multa da 103,00 a 1.032,00 euro.
Ma nel modello francese viene punito qualsiasi inadempimento al provvedimento del giudice. In quello italiano la copertura penale è solo parziale. Poiché la condanna viene applicata (rectius: dovrebbe essere applicata) solo se l’inadempimento fa mancare i mezzi di sussistenza. Inoltre, la procedura francese è molto celere e di facile accesso.
Insomma, il nostro Paese pecca sempre di inefficienza e di scarsa, se non nulla, tutela a favore dei più deboli e bisognosi.
Abbiamo ancora tempo per allinearci, quanto meno, ai vicini paesi europei che danno sempre segni di maggiore civiltà.
Avv. Simona Napolitani
Presidente Codice Donna